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Nel nome della madre: usciamo dal silenzio
di Alessandro De Lucia
Sentiamo ogni giorno, da tutti i giornali, da tutte le televisioni, da tutte le radio, la litania retrograda di Raztinger e Ruini contro l’aborto, la fecondazione assistita, i matrimoni omosessuali, le coppie di fatto
Chi ha ancora un minimo a cuore i diritti fondamentali delle persone non cessa mai di stupirsi della grande capacità che questo paese ha nel genuflettersi di fronte ha interessi “superiori”. Per superiori si intende chiaramente superiori ai trascurabili interessi e aspirazioni della maggioranza dei cittadini, che vengono sacrificati sempre più spesso sull’altare del profitto, unica vera religione dell’occidente. Ma di questi tempi il sacrificio dei diritti di fronte all’altare della religione sta diventando sempre meno metaforico e sempre più letterale: i preti tornano ad alzare la testa. E non parliamo dei piccoli preti coraggiosi come Alex Zanotelli o Andrea Gallo, a cui va tutta la nostra stima, ma delle alte gerarchie vaticane, che dal chiuso dei loro palazzi lontani dal mondo non perdono occasione per ficcare il naso nei nostri affari.
La sentiamo ogni giorno, da tutti i giornali, da tutte le televisioni, da tutte le radio, la litania retrograda di Raztinger e Ruini contro l’aborto, la fecondazione assistita, i matrimoni omosessuali, le coppie di fatto ecc. Ciò che in questo sconcerta non sono tanto le posizioni reazionarie del clero cattolico, ormai risapute, ma il megafono che gli viene offerto dai principali mezzi di comunicazione, senza cui sarebbero solo delle vocine stridule leggermente fastidiose. I media danno alla chiesa un supporto spropositato, sfegatato, senza il minimo di distacco critico che sarebbe d’obbligo nella professione giornalistica.
I giornalisti italiani nei confronti del vaticano hanno un timore reverenziale che ricorda quello dei credenti più fanatici e superstiziosi: sentiamo mai parlare del fatto che l’attuale papa è indagato dalla magistratura americana per aver coperto gli abusi sessuali e i reati di pedofilia dei suoi sottoposti? Sentiamo mai parlare della recente sentenza con cui Radio Vaticana è stata condannata per le emissioni altamente nocive di elettrosmog che hanno provocato malattie mortali in alcuni cittadini romani? No, o almeno non nel 90% dei tg, giornali e gr. Eppure i due fatti citati non sono fantasie di inguaribili mangiapreti, ma indagini processuali presentate in tribunale. Il servilismo clericale è ritornato come una cappa ha coprire la nostra società, e chi non vi si presta rischia di venire inquisito e perseguito dalla legge, come è successo al Manifesto e a Indymedia, rei di alcuni titoli ironici sul nuovo papa.
Tutto questo era già più che evidente durante il papato di Wojitla, la cui agonia è stata trasmessa in diretta televisiva passo per passo con un accanimento necrofilo davvero di cattivo gusto, ma con l’insediamento al suo posto di Joseph Ratzinger, lo storico arcinemico della teologia della liberazione e della chiesa di base latinoamericana, la subordinazione di media e politica ai capricci cattolici ha fatto un salto di qualità: ci troviamo nella situazione in cui un referendum viene fatto fallire non per una vittoria del no, ma per la rinuncia che gran parte dei cittadini ha fatto del proprio diritto di voto su pressione clericale.
Ora l’attacco è tutto concentrato contro il diritto di aborto: vengono avviate “indagini conoscitive” sulla legge 194 e viene proposto l’inserimento dei fanatici integralisti del movimento per la vita nei consultori per le donne incinte. Mi colpisce la sacralità che la chiesa designa agli embrioni e le sue crociate contro scienziati e medici “nel nome della vita”, mentre nemmeno una parola viene spesa per le migliaia di animali vivisezionati in nome della scienza e per gli organismi geneticamente modificati. Evidentemente gli animali non sono “esseri viventi” e gli ogm non sono “orrende manipolazioni genetiche” per i nostri amici papalini…
I detrattori della legge 194 si fanno crociati della vita contro l’aborto, ma in realtà questa non è una legge a favore dell’aborto, ma semplicemente contro l’aborto clandestino, come disse il segretario del PCI Enrico Berlinguer all'epoca in cui venne varata. I media, nel loro scodinzolare dietro alle tonache, spesso dimenticano questo fatto e ritraggono le donne che manifestano in difesa della legge come favorevoli all’aborto, mentre per tutte l’interruzione di gravidanza è una cosa estremamente drammatica e dolorosa, e che proprio per questo vogliono resti sottratta al turpe mercato nero che vigeva in assenza di regolamentazione.
La sessuofobia della religione cattolica porta in se una disperata volontà di controllare le masse e tenerle in stato di servitù, un ideologia di disprezzo e odio per la libertà che è letale per tutti, uomini o donne che siano. La chiesa cattolica non è cambiata: Le dichiarazioni di Ruini contro i matrimoni tra cristiani e musulmani (come ha denunciato anche il calciatore Lilian Thuram) dimostrano che nel corso dei secoli ha mantenuto intatta la sua propensione alla crociata contro gli infedeli. Lo dimostrano anche le umilianti risoluzioni contro gli omosessuali e le lesbiche, che forniscono una sorta di alibi agli omicidi a sfondo omofobico.
Abbiamo rotto il silenzio e siamo scesi in piazza, in duecentomila, non solo donne ma anche uomini, contro questa chiesa ipocrita, la chiesa dei privilegi e delle esenzioni fiscali, dei miliardi di beni immobili, degli scandali finanziari, della pedofilia e dell’omofobia da Terzo Reich.
Una chiesa che non ha nulla ha che fare con il cristo evangelico sprezzante dei preti, dei mercanti e dei potenti.
Alessandro De Lucia - Redazione AceA
(Fonte AceA)
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