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Gli animali perdono la bussola

Ultimo Aggiornamento: 28/08/2006 22:28
28/08/2006 22:28
 
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Campi magnetici, illuminazioni delle città e mutamenti climatici spingono molte specie migratorie fuori strada

Gli animali perdono la bussola
ecco le nuove rotte della natura
di ELENA DUSI

ROMA - In un mondo che cambia non è facile mantenere la bussola. E il delicato meccanismo che guida gli animali nelle migrazioni a volte vacilla. Fenomeni naturali (il campo magnetico terrestre che muta), artificiali (l'illuminazione notturna delle città) e misti (il cambiamento climatico) fanno sterzare le rotte di uccelli, cetacei, anfibi, mammiferi e insetti.

Di "orientamento difficile" parla Science in un dossier sulle migrazioni. "Prospettive per un mondo che cambia" è il titolo di uno studio della biologa Hanna Kokko dell'università di Helsinki. "Alcune libellule - spiega - sono state avvistate mentre perlustravano una strada asfaltata come se fosse il corso di un fiume. Il loro sistema di navigazione si affida alla luce polarizzata, che normalmente indica la presenza di uno specchio d'acqua stagnante, ma può condurre le libellule anche verso le sostanze oleose".

La bussola interna che indica alle specie migratrici quando partire e quale rotta seguire è uno dei meccanismi più misteriosi del mondo animale. "Ma una cosa è certa - spiega Thomas Alerstam dell'università di Lund, in Svezia - si tratta di uno dei meccanismi più flessibili dal punto di vista evoluzionistico". Se mutano le condizioni, uccelli, anfibi, cetacei riescono con facilità ad adattare le loro rotte. Il riscaldamento del clima ne è l'esempio più lampante.

Alcune specie di anatre che vivevano nei laghi dell'Europa del nord usavano alzarsi in volo ai primi accenni di freddo. Attardandosi troppo avrebbero rischiato di non poter più cacciare negli specchi d'acqua gelati. Ora gli stormi vivono una scissione interna: alcuni esemplari partono, altri rimangono. E al ritorno, se le condizioni dell'inverno non sono state troppo dure, chi è rimasto si trova nelle condizioni migliori. Non ha sperperato energie per il viaggio e fa in tempo a impadronirsi dei luoghi di nidificazione migliori.

Se le stagioni fredde si accorciano, i fiori sbocciano e gli insetti compaiono in anticipo, anche gli uccelli migratori imparano a tornare presto dai luoghi in cui svernano. L'ente di ricerca inglese Scottish Natural Heritage ha misurato con pazienza certosina i nuovi ritmi della natura, rivelando che rispetto a 30 anni fa gli uccelli stagionali ricompaiono a primavera con quattro giorni di anticipo. Di netta impronta umana sono invece i fattori che influenzano altre migrazioni.

Gli storni hanno deciso di stabilirsi nelle grandi città per sfruttarne calore e abbondanza di cibo. Ma non sempre gli ambienti antropizzati sono adatti alle specie itineranti. L'illuminazione urbana di notte e le vetrate dei grandi palazzi che riflettono il sole di giorno sono in grado di confondere i capi stormo e condurre i volatili verso la collisione con i grattacieli. E' accaduto in qualche occasione nelle città italiane con gli storni, ma i primi a notarlo già nel 1887 furono gli americani, "grazie" alla Statua della libertà. E nell'ottobre dell'anno scorso proprio New York ha lanciato la "Lights out initiative": un invito a ridurre l'illuminazione dei grandi edifici per non turbare le rotte dei migratori.

I più grandi viaggiatori rimangono comunque gli uomini, e ci sono specie (soprattutto vegetali) che hanno deciso di approfittarne. Ran Nathan, biologo dell'università ebraica di Gerusalemme, ha calcolato che il seme di una pianta, affidandosi esclusivamente alle correnti aeree o acquatiche, percorre in media 50 metri. Solo una volta ogni 10 anni ha la probabilità di compiere un tragitto di 415 chilometri. Ma facendosi dare un passaggio da navi, aerei o automobili le specie vegetali hanno compiuto migrazioni impensabili nei cinque continenti.

www.repubblica.it/2006/08/sezioni/scienza_e_tecnologia/animali-bussola/animali-bussola/animali-buss...

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