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Microchip sottocutaneo: obbligatorio sugli animali nel 2005.

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2004 20:48
25/06/2004 10:11
 
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www.disinformazione.it/microchipanimali.htm
 
 
 
 Microchip sugli animali
 
 A cura di Marianna S. per Disinformazione.it - 25 giugno 2004
 
 
 Il D.P.C.M. 28/02/2003 lettera c) (G.U. n°52 04/03/2003) riguarda il consenso
all'identificazione degli animali da compagnia attraverso l'utilizzo di un
microchip (trasponder) (impiantato sotto cute) su tutto il territorio
nazionale.
 
 
 Premessa.
 Nel 1991 con la legge 281 si istituì di fatto "l'anagrafe canina"
nell'intento di affrontare e ridurre il fenomeno randagismo e abbandono dei
cani. La conseguenza fu l'obbligatorietà del tatuaggio divulgato come UNICO,
INDISCUTIBILE, SICURO e INDOLORE (!) mezzo di identificazione per tutti i
cani.
 Negli anni seguenti l'esperienza diretta sugli animali dimostrò e confermò
tutti gli aspetti negativi di questo mezzo di identificazione :
 - Necessità di un'anestesia per evitare il dolore provocato dall'operazione
del tatuaggio; difficoltà di lettura dei dati tatuati, lo sbiadirsi degli
stessi con il tempo;
 - impossibilità di leggere il tatuaggio su cani con cute pigmentata;
 - casi di manomissione con bruciature o asportazione del lembo di pelle
tatuato;
 - numerosi problemi inerenti alle diverse modalità di archiviazione dei dati
da parte degli enti preposti con conseguente inefficacia del sistema.
 
 
 Sulla base di queste considerazioni alcune regioni introdussero
l'identificazione mediante microchip come metodo alternativo e in futuro
sostitutivo del tatuaggio.
 Anche l'E.N.C.I. (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) che gestisce
direttamente l'anagrafe dei cani di razza, vista l'inaffidabilità del
tatuaggio, introdusse il microchip. Dal 01/01/2000 la F.S.A. (Fondazione
Salute Animali) rese obbligatorio il microchip per i cani certificati con
l'intento di salvaguardare la purezza delle razze da malattie ereditarie,
sostituzioni dolose od accidentali di identità con conseguente danno
economico.
 Il presidente dell'E.N.C.I. (specialista medico veterinario) molto
professionalmente, si preoccupò di emanare informazioni tecniche, mediche e
precauzioni riguardo l'applicazione del microchip, onde evitare brutte
conseguenze per i cani registrati nel prezioso libro genealogico e quindi dal
rilevante valore economico.
 Vi riporto in sintesi tali informazioni tratte da www.enci.it/vezzoni, (tra
parentesi alcune mie personali precisazioni):
 
 
 "Il microchip ISO è costituito da una capsula iniettabile di vetro
biocompatibile che contiene un chip e una micro-bobina che viene attivata dal
lettore solo nel momento in cui viene avvicinato e che permette la lettura
del chip stesso.Quando il microchip non viene attivato è un corpo
completamente inerte e non emette alcun tipo di onda. Anche se ritenuto
improbabile, (ma non impossibile), un trauma diretto verso la sede di
impianto potrebbe danneggiare la struttura del microchip e renderlo inerte.
La superficie esterna della capsula è trattata con microsolchi per
facilitarne l'ancoraggio nei tessuti sottocutanei ed impedirne, pertanto, la
migrazione; (questo lo dicono le case produttrici, ma ad oggi si sono
verificati casi di migrazione: per effetto per esempio della gravità alcuni
cani si sono ritrovati con il microchip nella zampa, e che dire del pericolo
di formazioni di cisti e reazioni di rigetto a un corpo estraneo introdotto
in un essere vivente?). Il microchip ha una dimensione esterna di 13mm x 2mm
ed è contenuto in una siringa mono-uso con un ago di grosso calibro e molto
affilato, e in mani inesperte potrebbe essere pericoloso per l'animale e per
lo stesso operatore. La sede d'impianto standard in Europa è il sottocute
della porzione media sinistra del collo. L'impianto del microchip è di
pertinenza veterinaria, in quanto devono essere garantiti: il rispetto delle
norme igieniche necessarie per evitare infezioni, il rispetto della sede
d'inoculazione, l'attenzione ad evitare le strutture vascolari vicine
(arteria carotide e vena giugulare) e di ferire l'orecchio o l'occhio in caso
di movimenti improvvisi dell'animale e la cura nell'effettuare un'esecuzione
indolore; l'utilizzo o meno di un anestetico locale è a discrezione del
veterinario (Aggiungo anche, che la legge impone l'impianto entro i primi tre
mesi di vita dell'animale, quindi parliamo di cuccioli).
 
 
 L 'identificazione del microchip (scanning) sarà possibile con un lettore,
(alquanto sensibile e bisognoso di un'accurata manutenzione), che emette e
riceve energia elettromagnetica e per tanto influenzabile da altri apparecchi
elettronici o da oggetti metallici. Per questo motivo, canili e cliniche
veterinarie, (e il mondo intero), possono essere considerati ambienti ostili
per la presenza di computer, luci fluorescenti e tavoli di acciaio
inossidabile, per citare solo alcuni esempi. Si deve mantenere una distanza
di almeno un metro dagli apparecchi elettronici. Prima di eseguire lo
scanning ci si deve ricordare di rimuovere dal cane un eventuale collare
metallico."
 
 
 Dopo queste raccomandazioni chiunque si sentirebbe autorizzato a dubitare
dell'innocuità e funzionalità di questo sistema elettronico di
identificazione. I nostri animali dovranno portare per tutta la vita
all'interno del loro corpo un semplice microchip, impiantato semplicemente
con una "iniezione".
 E' lecito domandarsi, se altrettanto semplicemente, può essere attivato dai
milioni di apparecchi elettronici in cui tutti noi, compresi i nostri
animali, siamo immersi 24 ore al giorno, (pensate solo ai cellulari o ai
telecomandi) con conseguente emissione di onde elettromagnetiche che
entrerebbero direttamente a contatto con i tessuti organici.
 Chi può escludere allora che le onde magnetiche non interferiscano sugli
equilibri naturali dei nostri animali abbassando, per esempio, le difese
immunitarie o alterando il sistema neurologico?
 Pensate ai numerosi cetacei che si arenano sulle spiagge a causa delle
interferenze tra il loro sofisticato sistema di comunicazione e di
orientamento naturale, (ancora oggi oggetto di studio) e i sistemi
elettronici (radar, satelliti ecc.) dei sottomarini.
 Chi può rispondere a queste domande che si pongono persone e medici
veterinari coscienziosi il cui unico interesse è di salvaguardare la salute e
il benessere degli animali? Nessuno!!
 
 
 Nessuno potrà rispondere perché non è mai stata eseguita una seria ricerca in
merito, condotta da personale professionale, al di sopra delle parti, (privo
quindi di qualsiasi interesse economico, politico ecc.), mirata a studiare
eventuali patologie imputabili all'impianto del microchip a breve e lungo
termine; creando una storia medica scientifica a cui attingere informazioni
indispensabili per sostenere che un sistema così invasivo e innaturale, sia
assolutamente sicuro per gli animali, da imporlo perfino con una legge. Legge
che viene accettata e divulgata a tutela del BENESSERE degli animali.
 Si sono fatte in passato prove, mirate a garantire la funzionalità tecnica, a
semplificare la vita di tutti e a garantire guadagni di tanti. Per es., al 1°
Convegno Nazionale sugli Animali da Compagnia (Milano 1996), si sono resi
pubblici i risultati di una sperimentazione, regolarmente deliberata,
avvenuta nei comuni di Tradate e Livigno (SO), eseguita dal servizio
veterinario regionale e locali, (USSL n.7 e n.22) come segue:
 La sperimentazione si è conclusa con il tatuaggio elettronico di 2.700 cani e
con la rilettura del trasponder a distanza di tempo che ha consentito una
percentuale di identificazione media superiore al 98%, tale livello di
lettura è da ritenersi valido in particolare se paragonato alla difficile o
spesso impossibile lettura del tatuaggio. A ciò si aggiunga la notevole
facilità di applicazione ed il conseguente risparmio di tempo per gli
operatori e di impegno per i proprietari. Non è stata scritta una sola parola
a garanzia della sicurezza e incolumità o BENESSERE degli animali,
probabilmente per tale garanzia è necessaria una sperimentazione più
scientifica e lunga in termini di tempo, che tradotto significa investimento
di denaro pubblico.
 L'Italia è sempre in deficit, ed è per questo, che durante le manovre
finanziarie assistiamo ai classici giri di vite, dove la ricerca scientifica
subisce spesso e volentieri tagli incresciosi, quindi è fantascienza pensare
che s'investano risorse, in ricerche finalizzate esclusivamente alla tutela
della salute e benessere degli animali da compagnia.
 
 
 Inquinamento magnetico, energie sottili sono termini conosciuti da tutti ma
gli effetti di tutto ciò sugli esseri viventi si conoscono ancora poco per
permettere agli scienziati di calibro mondiale di pronunciarsi in merito:
occorrono ancora tante informazioni avvalorate da sperimentazioni. Quale
allora miglior occasione che sperimentare direttamente sui nostri animali e a
spese nostre!
 Dal 2005 il microchip sarà obbligatorio in Italia, e dal 2008 lo sarà in
tutti i 25 paesi dell'Europa.
 Sono tantissime le persone sensibili, generose; spesso ci distinguiamo per
iniziative come il volontariato e non solo a favore degli animali, e questo
ci rende orgogliosi e meritevoli, ma da sempre siamo oggetto di
strumentalizzazione da parte di propagande mediatiche, che esaltano
continuamente casi di cronaca durissimi, (cani evirati con forbici per la
strada o uccisi a bastonate, gatti bruciati vivi, e infinite altre storie
raccapriccianti ).
 
 Tutto fa leva sull'emotività e sensibilità di ognuno e ci induce
all'inevitabile sdegno e disprezzo per chi compie atti così riprovevoli,
assieme a paura e/o terrore di animali-Killer (vedi Pitbull). L'esigenza di
una soluzione è sempre più pressante e la risposta che ci viene data è il
"CONTROLLO" di tutto e di tutti. Ed ecco comparire il microchip pubblicizzato
come UNICO, INDISCUTIBILE, SICURO e INDOLORE sistema per aiutare gli animali,
contrastare il randagismo salvaguardando la salute dei nostri amatissimi
amici; costringendoci, così, ad un altro atto usurpativo sugli animali, che
presto si rivelerà inefficace come è avvenuto per il tatuaggio.
 L'abbandono degli animali e conseguente randagismo è una piaga vergognosa
della nostra società. E' un problema morale, etico e sociale che rivela il
grande lavoro che dobbiamo ancora fare tutti per evolverci al punto da non
sentire più parlare di abbandoni o maltrattamenti e non solo di animali.
 Quindi leggi migliori, studio, ricerca, divulgazione, educazione,
informazione e quant'altro per aumentare la coscienza collettiva, l'Unica
Vera Conquista. Non sentiamoci autorizzati a impiantare un microchip in tutti
gli animali solo perché non ci siamo impegnati abbastanza tra di noi, o forse
perché crediamo sia un mezzo più facile e sbrigativo o peggio ancora più
remunerativo.
 
 
 Il 3 febbraio scorso, è stato approvato dalla Commissione Affari
Costituzionali della Camera una modifica all'articolo 9 della Costituzione in
materia d'ambiente:
 Art.1.-1. All'articolo 9 della Costituzione il seguente comma dice: "La
Repubblica riconosce l'ambiente, i suoi ecosistemi, le sue biodiversità,
valori primari per la salvaguardia e lo sviluppo della qualità della vita;
garantisce la loro protezione e ne promuove il rispetto, sulla base dei
principi di reversibilità, precauzione e responsabilità, anche nell'interesse
delle future generazioni; tutela le esigenze, in materia di benessere, degli
animali in quanto ESSERI SENZIENTI".
 Questa nuova interpretazione etica, ci fa onore e ben sperare, ma come può
conciliarsi con la legge sul microchip? Tecnica indiscutibilmente innaturale,
invasiva, non sicura e dalla incerta efficacia????
 Lasciamoli stare gli animali quando possiamo.
 L'uomo, in ragione della buona fede e di idee geniali (es. microchip), o per
il bene e la sicurezza della comunità, si sente sempre in diritto di
punzecchiare, tagliare, marcare, praticare qualsiasi altra tecnica sia capace
di inventare sul corpo degli animali, appropriandosi di uno spazio che non
gli compete perché di pertinenza della Natura. E la Natura si riprende
puntualmente il suo spazio, infatti, come avviene nelle alluvioni,
conseguenza degli interventi dell'uomo sull'ambiente, così avviene per i cani
snaturati dall'uomo che si ribellano uccidendo. Quanto dobbiamo ancora
sbagliare per imparare???
 
 
 Questa legge è una Macro offesa per gli animali e un Macrofallimento per gli
uomini in quanto legalizzerebbe l'impianto del microchip su esseri viventi.
 Gravissima responsabilità!!!!!
 Da tempo ci si impegna assiduamente per trovare il modo di applicare il
microchip in tutti i campi possibili immaginabili: farmaci, automobili,
vestiti, alimenti, mobili componibili, sotto la corteccia degli alberi, nei
braccialettini dei neonati (progetto pilota della clinica milanese Melloni)
tutti ampiamente giustificati.
 E i prossimi? Perché no sugli uomini.
 Fra non molto ci obbligheranno ad impiantare il microchip ai bambini per
evitare che si perdano sulle spiagge affollate, che vengano abbandonati,
maltrattati, rapiti e ci diranno che è un metodo sicuro perché ampiamente
sperimentato sugli animali. Forse questo farà sorridere molti, ma spero
faccia anche riflettere sul fatto che, sul giornale "La Nazione" già nel 1999
il 16/11, fu scritto un articolo sulle dichiarazioni di Steven A. Egger,
professore di giustizia criminale della Illinois University di Springfield
negli USA, che in occasione della quarta riunione Internazionale di
Sociologia e Biologia della Violenza a Valencia affermò:
 
 
 "Oggi come oggi non abbiamo la minima idea di come si possa cambiare il
comportamento del serial Killer. L'unica porta aperta è che si possa
impiantare nel suo cervello un microchip per cambiarne la condotta. Ciò sarà
tecnicamente possibile fra qualche anno"
 
 
 Dunque, quello che si può celare dietro un semplice microchip è alquanto
inquietante, però a quanto pare molto REMUNERATIVO.
 Infatti, la multinazionale STMicroelectronics, uno dei più grandi produttori
di microchip, nel 1997 ha aperto uno stabilimento a Catania, facendo da
pioniere all'odierna Etna Valley, un vero e proprio insediamento di
numerosissime ditte, tra cui tanti colossi mondiali, tutti nel settore
dell'elettronica. La zona dell'Etna è ricca di silicio e per tanto
indispensabile alla costruzione dei microchip.
 Tutti possiamo immaginare il conseguente impatto ambientale odierno e futuro
per la nostra bella Sicilia.
 Il microchip tanto piccolo é un condensato di sprechi, E' quanto afferma lo
studioso Enric Williams, ricercatore presso la United Nations University di
Tokyo. Egli afferma che per costruire un normale microchip che pesa solo 2 gr
sono necessari una quantità di combustibili fossili pari a un peso di circa
1,6 kg, varie sostanze chimiche per un peso approssimativo di 72 gr e una
certa quantità d'acqua stimata in 32kg. Alcune delle sostanze utilizzate sono
molto dannose per l'ambiente. Ma lo studio ha voluto soprattutto dimostrare
quanto sia sbagliata l'attuale politica delle industrie produttrici di
microchip, concentrata infatti, sulla riduzione dei consumi, credendo
erroneamente che il basso consumo energetico vada a beneficio dell'ambiente:
ma non si tiene conto in alcun modo delle enormi energie che si sprecano per
ottenere questo basso consumo.
 L' identificazione elettronica che impone la sopraccitata legge, si basa non
solo su microchip e rispettivo lettore ma, su una Banca Dati comunale,
provinciale, regionale e internazionale (in Europa si trova a Bruxelles) con
una interscambiabilità dei dati, fattore indispensabile, altrimenti il
microchip sarebbe del tutto inutile.
 
 
 Oggi purtroppo sono numerosissimi i problemi di organizzazione all'interno
delle singole regioni, come la mancanza di omogeneità e coerenza
nell'archiviare i dati, problemi di competenze, problemi di incompatibilità
tra i sistemi informatici delle USSL e quelli dei veterinari accreditati,
mancanza di accordi interregionali ecc. ecc.. Mettere a regime una Banca Dati
nazionale e internazionale occorre ancora tanto impegno politico ed economico
e tanto tempo, troppo per poter affermare con incessante accanimento che il
sistema funziona al punto da renderlo obbligatorio con una legge. Oggi si
commette lo stesso errore commesso con il tatuaggio, tecnica vecchia e
ampiamente conosciuta - ma che all'epoca non si poteva sapere che fosse un
così grande fallimento - però migliaia di cani sono stati sottoposti a questa
procedura dolorosa e inutile e oggi dovranno subire anche l'impianto del
microchip!!!
 Alcuni sosterranno che non c'è paragone, il microchip è più tecnologico e
attendibile del tatuaggio. Ma, la tecnologia per quanto evoluta ha sempre un
margine di errore. Errore previsto perfino dalla legge. Per esempio,
nell'art. 8 della L. n.27/2000 della regione Emilia Romagna si precisa quanto
segue:
 "Qualora il microchip inserito risultasse indecifrabile, il proprietario è
tenuto a procedere ad una reiscrizione all'anagrafe e conseguente
reidentificazione dell'animale".
 
 
 Vale a dire che dovremo impiantare nel nostro animale, un altro microchip se
questo risultasse per qualche oscura ragione illeggibile o introvabile. Oggi
ha più probabilità di ritornare dal suo padrone un cane dotato di collare
antisfilamento corredato di medaglietta con inciso il numero di telefono
leggibile da chiunque, che un cane con un microchip!!!
25/06/2004 18:16
 
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mah! non so che dire

Tralaltro, poco tempo fà portai i miei mici dal veterinario
e gli chiesi se non era troppo rischioso fare questa cosa!!?!

mi spiego meglio:
se prima per abbandonare un cane bastava
mollarlo per strada!! (e già bisogna essere stronzi x farlo)

adesso, con questo microchip
ci sarà il rischio che questi poveri animaletti
vengano scuoiati per far sì che gli venga prelevato il chip

questo non è peggio??


Tiziano A.
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"La scienza non è nient'altro che una perversione
se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell' umanità". Nikola Tesla
25/06/2004 18:41
 
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Detto chiaro chiaro...
A chi spinge il microchip sottocutaneo non gliene frega niente ne' degli animali ne' delle persone.
Serve solo a introdurre l'idea di usare questo sistema di riconoscimento, e localizzazione, per un certo numero di anni.
Poi si trovera' la scusa per renderlo obbligatorio negli esseri umani.
Scusate se la dico come e' senza girarci attorno.
Dal mio sito Ogigia da circa un anno faccio gia' campagna di controinformazione, o ci ribelliamo tutti a questa oscenita' o ce la ritroveremo impiantata.
Non ci sono vie di mezzo, quindi, gente, svegliamoci!
Costruiamo un gruppo nazionale di consumatori che si oppone al chip sottocutaneo.
Trovate dati in Ogigia presso:
http://ogigia.altervista.org/Rubriche/No_chip/A.htm .
Cordiali saluti.
Daniele Dellerba.
25/06/2004 18:59
 
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Teoria interessante e condivisibile.
25/06/2004 19:23
 
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La gente dimentica troppo facilmente e analizza poco, ho terrore di quanto poco la gente è capace di tracciare una linea del futuro basandosi sulla prassi passata ... vabbè và ve lo dico io :)

10 anni fa chi usava il cellulare , il telepass o il bancomat/carta ? 100 anni fa chi aveva un documento di riconoscimento ?

Pochi ... e come è successo che oggi ce l'hanno tutti e in molti casi è obbligatorio anche se non per legge esplicita ?

Bhe ... provate ad andare a cercare un lavoro e al colloquio dite " non ho il cellulare perchè non lo condivido" ... oppure provate ad andare in paesi ( se non sbaglio anche Australia, Brasile e Canada ) senza carta di credito e senza viaggio organizzato ... vedete quanto successo !!!

Eppure questi son tutti sistemi di controllo, perchè nessuno protesta ?
Perchè pian piano e nella maniera più subdola si son fatti passare come "vantaggi", a volte indispensabili, per seguire la linea della comunità ... poi vantaggi non si son dimostrati ma questo è un altro discorso ... e tutti li hanno accettati come tali.
Ora cosa vieta di fare la stessa cosa con i microchip ?
Cosa vieta di imporre delle leggi, non direttamente sull'innesto dello stesso, ma che impongono l'uso se si vuol fare questo o quello ... nessuno ti obbliga a farlo, ma sempre seguendo la linea del sistema lo sarai implicitamente.
Vuoi un lavoro ? Ok servirà un microchip ... vuoi andare all'estero ... ok servirà un microchip ... vuoi comperare al supermarket ... ok microchip ... e nel giro di pochi anni, come per il cellulare l'avranno tutti ... quando la percentuale sarà molto alta allora per il restante si farà la l'innesto obbligatorio esplicito, ma saranno pochi quelli che protesteranno.
La cosa che secondo me bisogna capire è che la società non è la nostra, noi ci viviamo solamente, non contribuiamo in nessun modo a indirizzarla, ma solo a creare forza lavoro a chi ( pochi ) tirano i fili ... quindi non si protesta contro una cosa che non si può cambiare, contro una cosa che non è tua ... o si accetta o si esce ... la linea e questa qua che vediamo tuttti ogni giorno e non è difficile capirla se lo si vuole .
A me non frega niente del microchip ... coglioni quanti accetteranno di metterlo, io mi rifiuterò fino alla morte , se avrò un cane non gli lo farò mettere e tanti saluti, io sono fra quelli che tra non molto ne uscirò, dato che oltre a non sentire mio lo stile di vita odierno , non mi piace neanche a vederlo dal di fuori.
Ciao
Roberto
25/06/2004 19:36
 
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Riprendendo poi il discorso dell'animale abbandonato ...

ormai la cultura di oggi vi abbindola facendovi VEDERE il CANE senza UOMO come ABBANDONATO ... cmq un qualcosa di negativo ... dal mio punto di vista un cane che gironzola per strada o per le campagne è una forma di libertà, poi se noi gli abbiamo tolto lo spazio per farlo, o li falciamo di continuo con le macchine ... oppure ci preoccupiamo che un randagio possa mordere al bambino rincoglionito che non ne ha mai visto uno, non nascondiamoci sul tenerlo in gabbia è bene il resto è abbandono, un pezzo di plastica si abbandona, un essere vivente lo si libera semplicemente.
Siamo noi che abbiamo tolto il modo di vita naturale agli altri esseri e per giustificarlo ci prendiamo la presunzione di trovargliene un altro ... addirittura ci convinciamo che sia migliore :)
Gli unici cani che posso considerarli animali li ho visti quando abitavo nel bosco ... avevano una montagna a disposizione, andavano a caccia di caprioli, cinghiali e lepri con tecniche da lupi e se mordevano a qualche turista era solo per il motivo che l'uomo non sà quanto finisce il suo limite e quando deve ritirarsi ... uno una volta ci disse: " ahhh ma volevo accarezzarlo solamente e mi ha morso ! Ehhh ... brutto coglione se tu sei nato con il concetto che una peculiarità del cane è quella di farsi accarezzare ne hai trovato uno che la pensa diversamente ... tutto qua " :)
Ciao
Roberto

25/06/2004 22:21
 
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In effetti hai ragione Roberto.
25/06/2004 22:36
 
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Re:

Scritto da: .:roberto:. 25/06/2004 19.23
A me non frega niente del microchip ... coglioni quanti accetteranno di metterlo, io mi rifiuterò fino alla morte , se avrò un cane non gli lo farò mettere e tanti saluti, io sono fra quelli che tra non molto ne uscirò, dato che oltre a non sentire mio lo stile di vita odierno , non mi piace neanche a vederlo dal di fuori.
Ciao
Roberto



Ciao roberto, condivido appieno il tuo punto di vista.
Pensa cmq una cosa, c'e' gente che e' gia' uscita, di propria volonta'... [SM=g27960]

Emiliano Rizzo
-Gruppo CAMELOT-
26/06/2004 11:40
 
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Leggete qua ...

www.tgcom.it/mondo/articoli/articolo207850.shtml

che vi dicevo !? :)
Ciao
Roberto
26/06/2004 20:48
 
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Sì, l'ho letto ieri e direi che è abbastanza significativo... [SM=g27965]
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