00 18/10/2004 19:32
Autore Keel John A.
Prezzo € 5,95
Dati 300 p., brossura
Anno 2003
Editore Sonzogno

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I MISTERIOSI LIBRI DI JOHN A. KEEL
Viaggio a caccia di libri nel mondo del più sfuggente degli ufologi

di Simone Berni


JOHN A. KEEL E “THE MOTHMAN PROPHECIES”, IL MISTERO DELL’UOMO-FALENA AVVISTATO IN WEST VIRGINIA
La prima volta che ho sentito fare il nome di John Keel è stato tanto tempo fa. Keel entrò nei miei pensieri senza che me ne accorgessi. Eravamo sul finire degli anni '70, a quel tempo Keel era al centro dell'attenzione, almeno per quello che riguarda il mondo dell'ufologia. Il fatto è che, come ho detto, non immaginavo che un giorno i suoi libri avrebbero rappresentato qualcosa di importante per me. Fu quello il primo contatto, e io ancora non lo sapevo.
L'incontro cruciale, quello del 31 gennaio 2002, fu attraverso la recensione di un giornale locale del film The Mothman Prophecies, tratto da uno dei suoi libri. Si accennava ai fatti di Point Pleasant, tra l'altro sbagliando clamorosamente stato (l'articolista scriveva Virginia anziché West Virginia), ed altre inesattezze. Quello che però l'articolista non sbagliava era nel circondare la figura dell'autore John Keel di un alone misterioso, quasi leggendario. Il lettore che scorreva il pezzo non poteva fare a meno di chiedersi: ma Keel è morto o ancora vivo? Da dove viene la sua esperienza in queste materie così misteriose? Chi è veramente quest'uomo? Qual è la sua storia?
Secondo quanto riportato in un sito internet, sulla cui attendibilità però nessuno può giurare, il suo vero nome sarebbe Alva John Kiehle. Nato nel 1930, giornalista, scrittore, autore di una dozzina di libri di successo nel campo prima dei misteri insoluti, poi degli animali leggendari e infine dell'ufologia. Ormai vivrebbe una condizione da semi-ritirato, questo più o meno da una decina d'anni. Tutto ciò ha sviluppato un'aureola di mistero attorno alla sua figura e pare che avvicinarlo sia piuttosto difficile. Per chi lo volesse incontrare, uno dei pochi luoghi che ancora frequenta è la sede della Fortean Society a New York.
Keel è autore di alcuni testi che hanno fatto la storia dell'Ufologia e delle scienze dell'insolito, con titoli divenuti famosi come Strange Creatures from Time and Space (1970), UFOs: Operation Trojan Horse (1970), Our Haunted Planet (1971), The Eighth Tower (1975) e The Mothman Prophecies (1975).
Qualcosa in me scattò all'istante quando mi trovai di fronte a questo personaggio. Si sviluppò un interesse in maniera tanto repentina che decisi di trovare subito la prima edizione con sovraccoperta del suo lavoro più controverso, The Mothman Prophecies. Cosa che riuscii a fare in un tempo relativamente breve presso un libraio americano.
Prima, però, due parole su The Mothman Prophecies. Il libro è piuttosto complesso, o forse sarebbe meglio dire frammentato. In effetti è una sorta di zibaldone, che si è originato dall'assemblaggio di una gran quantità di materiale che lo scrittore americano aveva prodotto durante le sue peregrinazioni da un capo all'altro degli Stati Uniti, dietro a ogni notizia di avvistamento di un disco volante o di luci non identificate.
La storia principale ruota attorno a una vicenda che si svolse nelle stagioni 1966 e 1967 in un paesino del West Virginia chiamato Point Pleasant, proprio sul confine con l'Ohio. In questa località amena e sperduta ai piedi degli Appalachi si verificò una serie di avvistamenti di una fantomatica creatura, un essere antropomorfo ma con grandi ali e occhi iniettati di sangue. Le apparizioni di questo essere, che Keel chiama Mothman (cioè Uomo Falena) parafrasando un film famoso negli anni '50, furono così numerose e diversificate da far supporre una situazione di isteria di massa che si impadronì di questa cittadina, apparentemente così placida e riservata.
Quello che stupisce è che ne rimasero coinvolti non solo studentelli lentigginosi, sulla cui attendibilità ci sarebbe stato da discutere, ma anche poliziotti e cosiddetti uomini degni della massima credibilità, professionisti, onesti lavoratori, insegnanti.
I media nazionali si gettarono a capofitto sulla vicenda, ampliandola e, di fatto, tramandandola ai posteri. In quei mesi Point Pleasant fu meta di strani personaggi, visionari, pazzoidi di ogni tipo, e inquietanti individui "in nero" che arrivarono come api sul miele, a bordo di lunghe macchine dai finestrini oscurati, presentandosi a tarda ora e facendo strane domande agli abitanti del posto, talvolta insistendo che riempissero complicati questionari che parevano ben poco attinenti alle apparizioni della strana creatura.
Sullo sfondo delle apparizioni dell'uomo falena, si verificarono avvistamenti di strane luci nel cielo e di supposti oggetti volanti. A macabro coronamento della crescente isteria di massa avvenne il crollo del Silver Bridge, un grande e trafficato ponte sul fiume Ohio, che causò una quarantina di vittime e molto scalpore in tutti gli Stati Uniti. Di questo particolare evento se ne occupò l’ufologo Gray Barker, amico di Keel, che pubblicò un libro, oggi pressoché introvabile, dal titolo “The Silver Bridge” (Clarksburg: Saucerian Press, 1971).
John Keel volle immediatamente far sua la vicenda e cominciò una serie di investigazioni che lo portarono in breve a misurare la sua stabilità emotiva. Questo perché da allora, e per molti anni a seguire, egli fu oggetto di continui e subdoli attentati alla sua privacy. Arrivavano telefonate nel cuore della notte dove dall'altra parte dell'apparecchio si sentivano bip bip e interferenze misteriose. Oppure lunghe e interminabili chiamate, per lo più deliranti, da persone che, interpellate direttamente il giorno dopo, negavano di aver mai telefonato. E una serie pressoché infinita di guasti sulla linea telefonica, senza la possibilità di venirne mai a capo presso la riluttante e dispotica compagnia telefonica. Ma l'aspetto più inquietante consisteva nelle scomparse improvvise, talvolta perfino morti sospette, di testimoni chiave nelle apparizioni e nei presunti atterraggi di dischi volanti.
Tutto questo è riportato minuziosamente, anche se non in maniera organica, nel suo libro. A tal proposito segnalo la recente prima edizione italiana di The Mothman Prophecies, per conto di Sonzogno, 2002. Titolo invariato, sottotitolo tra parentesi Voci nell'Ombra. Libro che si fa apprezzare anche per la veste grafica e per il fatto che una volta aperto e messo sul tavolo non si richiude da sé, mantenendo il segno, indice di ottima realizzazione tecnica.


Keel elaborò una teoria eretica sui dischi volanti, che lo fece "rompere" bruscamente con il mondo dell'ufologia, e lo portò ad aprire una nuova via d'indagine. Contemporaneamente, ma in maniera indipendente, l'astronomo americano di origine francese Jacques Vallée arrivò alle stesse conclusioni nel suo controverso Passport to Magonia (Chicago: Henry Regnery Company, 1969).
Keel sostiene, in estrema sintesi, che noi ci creiamo da soli i nostri dei e i nostri demoni. Secondo Keel, infatti, i carri di fuoco dell'antichità erano il frutto e la proiezione mentale dell'umanità di quel tempo; i dischi volanti e le astronavi sono il frutto dell'immaginazione delle nostre. Ogni epoca si costruisce mentalmente non tanto i limiti, ma i misteri al di là del possibile, perché è solo inseguendo queste chimere che l'umanità progredisce e trova nuove strade, impensabili prima. Pertanto, i blocchi sono solo temporanei. Non solo le barriere sono sempre in movimento, ma lo sono anche questi ideali. Domanda suggestiva: l'uomo si è mai accorto che qualcuno monta e smonta lo scenario attorno a lui? Ha capito il trucco, come un redivivo Truman? La risposta a questo quesito, come al solito, si perde nella nebbia.

(scritto autografo di John A. Keel di proprietà di Ben Robinson)

LIBRI CHE NON ARRIVANO, LIBRI CHE SCOMPAIONO
Possiedo da un po' di tempo forse il più importante libro di John Keel, ossia quell'UFOs Project Trojan Horse, che fece scalpore nel 1970, quando uscì in America per conto di G.P. Putnam's Sons di New York. Si tratta della prima edizione, con la sovraccoperta blu notte e un ufo che vola basso su uno sfondo indefinito. Quello che mi colpisce non è tanto lo stato di conservazione del volume, che anzi presenta evidenti tracce d'uso ed è stato martoriato con una penna biro in varie parti. Mi colpisce il fatto che ho ricostruito la sua storia.
Ho motivi validi per ritenere di essere il quarto possessore di questa specifica copia. Il primo è stato senza dubbio John Keel stesso, se dobbiamo dar fede a una sua inquietante dedica sulla seconda di copertina. Dico inquietante perché così recita: "To Bill and Marjorie - The last person who read this book has disappeared mysteriously. You have been warned" = A Bill e Marjorie - L'ultima persona che ha letto questo libro è misteriosamente scomparsa. Poi non dite che non vi avevo avvertito. Segue la firma.
Il secondo proprietario è stato il destinatario, anzi i destinatari della dedica, cioè il Dr. William A. Boyce di Princeton e sua moglie. Il Dr. Boyce, però, nel 1985 divorziò lasciando lo stato del New Jersey. Si disfece di varie cose, tra le quali anche molti libri, ivi compreso quello di Keel. A riferirmi della cosa è stato il terzo proprietario del volume, il libraio Thomas (Tom) A. Benson di Trenton, New Jersey, che acquisì la biblioteca del Dr. Boyce e che 17 anni dopo, luglio 2002, mi ha venduto la copia di UFOs Trojan Horse, prezzata dall'editore $6,95, per una cifra ragguardevole. Il libro ha così varcato l'oceano per approdare prima in Germania, per un breve transito doganale, e poi in terra di Toscana, dove ha trovato un nuovo approdo, sulla cui lunghezza solo il destino potrà decidere.
Non è comune riuscire a ricostruire in maniera tanto dettagliata le vicissitudini di un libro. Certo, non è escluso che qualcosa mi sia sfuggito ma in linea di massima ritengo di aver capito come è andata. Sembra quasi che il libro abbia voluto lasciare una storia dietro di sé, una propria vita, esattamente come quella degli uomini che gli sono passati accanto in questi trent'anni e più di vita. Uomini (e donne) che lo hanno preso in mano, leggendolo, amandolo, odiandolo, ignorandolo. Uomini che lo hanno conservato, preservato, immaginandogli un valore monetario. Come detto, la copia è martoriata da qualcuno che non ha avuto pietà, usando una penna biro per sottolineare passi e frasi ritenuti significativi. Suppongo si sia trattato di Marjorie, la moglie di William. Magari è per questo che lui se ne è voluto disfare. Lo scherzoso ammonimento dell'autore alla coppia di amici si è in un certo senso tramutato in realtà. L'uno è davvero scomparso all'altra. Quanto misteriosamente, però, non lo sapremo mai.

Questo tipo di feticismo che ha come oggetto del desiderio i libri appartenuti ad altre persone, possibilmente agli autori stessi, o ad altre personalità comunque identificabili, trova un senso di appagamento sopra tutto quando si entra in possesso di un volume a lungo agognato.
È innegabile che un libro cercato invano per anni, che a un certo punto spunta da una bancarella, dagli scaffali di una libreria antiquaria o d'occasione, o attraverso una ricerca effettuata su internet, suscita una chimica emotiva che è assai difficile da comprendere da chi non possieda le nostre affinità elettive.
Si può paragonare, fatte le debite proporzioni, alla sensazione che ci pervade un attimo dopo aver trovato un oggetto amato, perduto da lungo tempo. Sì, perché un libro desiderato è già nostro nel momento stesso in cui ne esprimiamo il primo desiderio di possesso. Così, quando viene finalmente localizzato, è come aver ritrovato un vecchio amico che non vedevamo da una vita e che ha mille cose da raccontarci.
Il signed book, cioè il libro firmato, recante una dedica o anche la sola firma dell'autore, è una vera e propria istituzione in certi ambienti. Il libraio che vi si imbatte sa poi come (e quanto) farselo pagare dal futuro acquirente. Soprattutto sa come evidenziarlo nella scheda tecnica del suo catalogo. Ci sono librai specializzati proprio in questo tipo di merce, nonostante la richiesta in tal senso non sia ragguardevole parlando in cifre assolute. Gli appassionati del settore, però, sono spesso persone così obnubilate dalla brama di possesso da spendere molto di più di quanto sarebbe ragionevole aspettarsi.

L’OTTAVA TORRE, UN PILASTRO DIMENTICATO DELLA LETTERATURA DELL’INSOLITO
Uno dei casi più strani legati ai libri Keel, almeno nella mia esperienza, riguarda The Eighth Tower (= L'ottava torre), conosciuto altrove anche con il titolo di The Cosmic Question.
Quando si parla delle opere di Keel si tratta, come nel caso di The Mothman Prophecies, di veri e propri libri di culto e, anche se usciti una trentina d'anni fa, risultano difficilmente reperibili in prima edizione perché gli appassionati ne han fatto incetta. Le poche copie vacanti sono non di rado valutate qualche centinaio di dollari, un prezzo insolitamente elevato per libri, tipograficamente parlando, di modesto valore.
The Eighth Tower vide la luce nel 1975, per conto della Saturday Review Press & E. P. Dutton di New York. è un libro in ottavo, di 218 pagine, che non ha proprio niente del libro fatale. Presenta una copertina rigida (che i librai chiamano hard cover) dal sorprendente color verde pisello e una sovraccoperta bianca con una torre stilizzata con otto diverse tonalità cromatiche, ricalcanti lo spettro luminoso visibile dall'occhio umano. Il progetto grafico è di Martin Handweiler.
Il libro, almeno in prima edizione assoluta, non è facile da trovare. I librai che ne mettono in vendita una copia di solito se la fanno pagare bene.
Nonostante tali poco incoraggianti premesse, ne avevo scovato un esemplare descritto come in perfetto stato nel catalogo di un rivenditore del Norfolk, in Inghilterra. Accertatomi che non fosse l'edizione inglese (quella denominata The Cosmic Question, meno rara e appetibile di quella americana), e che conservasse la sovraccoperta originale, requisito fondamentale per ogni bibliofilo che si rispetti, decisi di comprarla. La valutazione era di qualche sterlina appena, non credevo ai miei occhi. Ma l'insidia era dietro l'angolo. Il libro, regolarmente ordinato e pagato in anticipo con carta di credito, non giunse mai a destinazione. Il libraio giurò di aver ottemperato ai suoi impegni e di averlo spedito pochi giorni dopo l'ordine, e non c’è motivo per dubitare della sua parola. Di fatto, il servizio postale non lo ha recapitato, né è stato possibile in seguito ottenere chiarimenti dalla Royal Mail.
Se la cosa finisse qui si potrebbe pensare a un normale, quantunque seccante, disguido postale. Il fatto è che l'incidente si ripeté altre due volte nello spazio di circa sei mesi, sempre per copie dello stesso libro, che evidentemente è stregato. Il secondo caso riguardò una spedizione da New York. Anche quella volta il libro fu pagato in anticipo. Il pacco non giunse mai a destinazione; le ricerche non dettero esito. Mesi più tardi, quando notai ancora una copia del libro in vendita su internet rimasi quasi indifferente, scottato dalle precedenti esperienze. Cautamente, mi informai sulla possibilità di una spedizione assicurata. Il libraio in questione, una signora australiana dalla voce suadente e dall'inglese perfetto, sentendomi preoccupato per l'esito della spedizione, mi confortò del fatto che non aveva mai perso un libro in vita sua. Mi dispiace aver infranto il suo record e sopra tutto che lei possa avere un così imbarazzante ricordo legato all'Italia.
Perciò, sebbene nell'arco di sei mesi avessi rintracciato ben tre copie della prima edizione di The Eighth Tower, non ero riuscito ad entrarne in possesso nemmeno di una. Tutte e tre erano misteriosamente andate perse e, a distanza di anni, ci tengo a precisare che la questione non è mai stata chiarita. Alla fine, per fortuna, sono riuscito nel mio intento ed è stata un'autentica liberazione, come se avessi rotto una maledizione. Naturalmente, se contiamo i soldi e il tempo speso, soprattutto nei precedenti infruttuosi tentativi, devo ammettere che questo libro mi è costato una fortuna. Ma adesso è nel ripiano buono della mia vetrinetta dedicata a Keel, in buona compagnia.
Il contenuto di The Eighth Tower è stupefacente. In questo libro c'è tutto. Le pagine grondano di riferimenti e di misteriose teorie sul significato di Dio e dell'esistenza umana. È ampiamente sottovalutato, e mi chiedo se questo dipenda da un calcolo ben preciso o da pura casualità. Lo spettro luminoso che la sovraccoperta del libro ci presenta in forma stilizzata è il fulcro della teoria di Keel secondo cui esisterebbe un enorme campo di energia – una sorta di super spettro” – in grado di determinare i destini delle cose e delle persone e in grado di regolare il flusso del tempo. Ad oggi The Eighth Tower non è ancora stato tradotto in italiano.

Identici disguidi postali sono occorsi anche per Visitors from the Outer Space, un'altra edizione meno nota dell'autore americano, anche questa regolarmente spedita e mai arrivata. O l'autore è d'accordo con i librai antiquari di mezzo mondo che con questo sistema ne ampliano l’alone di leggenda vivente, oppure bisogna ammettere che qualcosa di insolito grava sui suoi libri. Ma non chiedetemi cosa.

L'Ufologia dei nostri giorni è una branca assai più ramificata e specializzata che non quella degli esordi, quando i fenomeni erano tutto sommato più omogenei. Oggi ci sono studiosi e appassionati che girano il mondo occupandosi in pratica unicamente dell'aspetto che li interessa, tralasciando o quasi gli altri. È un po' quello che succede in branche scientifiche come la medicina, dove l'oculista non si interessa dei nuovi ritrovati in ortopedia e viceversa.
Tra gli ufologi ci sono persone talvolta brillanti e preparate e che possono essere ritenute come dei veri e propri esperti nel loro campo d'indagine. Tra le loro fila dobbiamo annoverare i contattisti, che studiano quei casi di comunicazione e contatto fra esseri umani e presunti esseri alieni; esperti di crop circles, i misteriosi cerchi dalle perfette geometrie che appaiono nei campi di grano nel sud dell'Inghilterra e altrove, un aspetto del problema ufo che sta diventando straordinariamente complesso a causa delle implicazioni scientifiche e politiche che esso genera.
Poi ci sono i demonologi e gli studiosi delle antiche manifestazioni di esseri soprannaturali, ufologi alla Keel, che scavano nel profondo dell'animo umano. E quelli che una volta si definivano clipeologi, che analizzano eventuali presenza extra-terrestri nella storia delle antiche civiltà. In Italia abbiamo avuto personalità come Peter Kolosimo e Solas Boncompagni. L'uno più dedito all'archeologia spaziale, l'altro più esperto di simbolismo.
Non è questa la sede adatta per un'analisi approfondita della questione, mi preme solo sottolineare che, a mio parere, tutte le volte che si apre un campo d'indagine e che cervelli apprezzabili si adoperino nello studiarlo, mi riferisco al problema dei crop circles, solo considerando il fenomeno nei suoi momenti iniziali, cioè quando ha cominciato a manifestarsi, si riescono ad assumere dati realmente affidabili circa la sua portata. Esaurita la prima fase, sembra quasi che un insieme di questioni e di intromissioni indesiderabili, concorra nel creare confusione, nel banalizzare la questione, qualunque essa sia. La stampa, specialmente quella scandalistica, impadronendosi della cosa, crea molto disagio agli operatori seri e poi c’è qualcos'altro, le chiamerei "interferenze pilotate" - lo so, è banale attaccarsi alle congiure - ma non trovo una spiegazione più soddisfacente di questa. Sembra quasi, dicevo, che molti falsi casi, alcuni clamorosamente falsi, siano inseriti ad arte nel contesto per creare inattendibilità, per inculcare nelle mente della gente che è tutta una montatura. Bisognerebbe che questo aspetto non fosse trascurato all'apparire di una nuova ondata di avvistamenti.

La condizione da semi-ritirato che sta vivendo attualmente John Keel come deve essere interpretata in seno alla problematica ufologica? C'è chi sostiene che John Keel ha già ottenuto quello che voleva, e che non ha più bisogno, a settant'anni suonati, di scrivere libri o di comparire in trasmissioni televisive più o meno deliranti. Ma che cosa può significare che ha già ottenuto quello che voleva? Sono in molti a ritenere che i governi siano a conoscenza da più di mezzo secolo di segreti che non possono essere divulgati. Ma è inutile seguitare su questa strada. Fino a che non ci saranno prove, rimarrà solo una congettura.