00 30/06/2005 12:16
(Nel libro "Le profezie dei Maya" si fa riferimento alla variazioni del magnetismo solare come preludio di profondi cambiamenti sulla Terra.)

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Nel gennaio 2005 sul Sole sono successe cose notevoli e gli esiti si stanno ancora ripercuotendo all'interno della comunità scientifica. Tra il 15 e il 19 gennaio vi sono state quattro potenti eruzioni con conseguenti getti solari dal gruppo di macchie 720, mostrato in figura. Poi, il 20 gennaio, la quinta esplosione ha prodotto un'eiezione di massa coronale (CME) che ha raggiunto delle velocità incomparabilmente maggiori a quelle mai registrate dagli astronomi per simili fenomeni. Mentre di solito le particelle cariche emesse da queste eruzioni ci mettono più di 24 ore per raggiungere la Terra, in questo caso c'è stata una eccezione incredibile. Sono bastati trenta minuti dall'esplosione perché la Terra (distante circa 144 milioni di km dal Sole) fosse immersa in quella che gli scienziati NASA hanno definito “la più intensa tempesta protonica da decenni”. Le tempeste protoniche prendono il loro nome dalla “pioggia” di particelle di carica positiva che ci arriva quando l'eiezione di massa raggiunge la Terra.
Una delle ragioni per cui le tempeste protoniche sono tenute sotto controllo è che esse interferiscono pesantemente con le comunicazioni satellitari e possono persino penetrare l'esterno degli scafandri e dei vestiti spaziali facendo seriamente ammalare gli astronauti. Ma per i sostenitori delle più popolari teorie sul Sole, questa “tempesta” è stata ancor più irritante. Secondo un comunicato NASA, l'evento “ha scosso le fondamenta della teoria “meteorologica spaziale””.
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Fonte: www.disinformazione.it
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anta mata so mata